Pesca Grossa

Pesca Grossa : Traina, strategia di velocità


La velocità di traina è la vera discriminante in questa tecnica di pesca e in diretto rapporto con il tipo di esca utilizzata. Le alternative tra le quali scegliere sono due: esplorare una zona di mare più ampia possibile, trainando in superficie una velocità di 4-5 nodi, oppure sondare ogni angolo del fondale navigando a meno di 2 nodi. La traina veloce è la più adatta le esche artificiali, si rivolge ai pesci di superficie (tonni, palamite, dorado, barracuda) e rende al meglio ad almeno 3-4 miglia da terra, o comunque nei punti in cui l'eco-scandaglio indica la presenza di pesci di banco. È sempre meglio eccedere nell'andatura della barca: infatti, quando si usano esche artificiali, maggiore è la loro velocità in acqua, minore la possibilità che pesci predatori si accorgano dell'inganno. Le prede non hanno difficoltà a inseguire un'esca che nuota a 4-5 nodi ed aggredirla, spinti dall'istinto aggressivo. Per quanto riguarda l'assetto di traina veloce, maggiore è il numero di canne che si mette in pesca, più grandi sono le possibilità di successo, anche perché, sulla superficie del mare, si genera un effetto di piccoli pesci in fuga, irresistibile per i predatori. Opposta è la traina lenta con esche naturali, essenzialmente rivolta a ricciole e dentici. Una bassa velocità di traina permette di presentare ai pesci un esca che, proprio perché è vera, difficilmente viene rifiutata. Circa l'assetto, due canne in pesca sono sufficienti, ma è preferibile far lavorare le lenze a differenti profondità. In sostanza, la scelta della strategia migliore, scartando qualsiasi soluzione di compromesso, è condizionata all'attenta valutazione delle specie ittiche predominanti nella zona di pesca.

Pesca Grossa : Surfcasting, tecnica del lancio laterale


La caratteristica di questo lancio, definito anche side-cast, è che la traiettoria della canna e del piombo passa a fianco del pescatore. Nella posizione iniziale l'impugnatura è la stessa del lancio verticale: manico a ore 2 e cimino della canna fra ore 8 ed ore 9. Gambe leggermente divaricate, piede destro parallelo alla battigia, piede sinistro perpendicolare ad essa per favorire la successiva rotazione del busto, sguardo rivolto verso il piombo. L'avambraccio sinistro viene tenuto piegato per assecondare la massima posizione arretrata della canna. Nella fase di spinta, violenta ma progressiva, si solleva la canna lateralmente e si percorre la traiettoria fino a ore 1. In questo movimento, il busto segue la rotazione della canna, fino a raggiungere la posizione frontale, con lo sguardo rivolto al mare; il piede sinistro resta nella posizione iniziale e funziona da perno, mentre il destro ruota fino a raggiungere anch'esso una posizione perpendicolare; tutto l'appoggio necessario gravita sulla gamba sinistra. La posizione finale, con la canna ferma a ore 1 ed il filo che fuoriesce velocemente dalla bobina, è la stessa del lancio verticale. Il lancio laterale permette di raggiungere distanze leggermente superiori, prossime ai 90 m, e può essere eseguito con mulinelli a bobina sia fissa, sia rotante. L'incremento della distanza si realizza perché il side-cast può essere abbinato ad una corta rincorsa che precede la posizione di partenza e fa aumentare la spinta inerziale.

Pesca Grossa : Rockfishing, il pesce esca sospeso


Nel rockfishing se si esula dai principali tipi di terminali ampiamente sperimentati si rischia l'insuccesso, l'unica felice eccezione è rappresentata dall'invenzione di un pescatore francese. Questo terminale, la cui sigla è JPK, risolve contemporaneamente due principali problemi del rockfishing quello di far sembrare viva l'esca e quello di evitarne l'incagliatura sul fondale. Si basa su un sistema ingegnoso. Nel corpo di un pesce esca morto viene inserita una speciale anima in polistirolo. Un'imbragatura, tre ami ed un ulteriore pallina galleggiante in testa, completano l'insieme. Lo scopo è trattenere l'esca leggermente sospesa dal fondo ma nella fascia d'acqua desiderata. Basta regolare la distanza fra piombo e l'esca. La messa in opera di questo terminale prevede che il piombo rimanga coricato sul fondo mentre il pesce esca, grazie alla sua anima galleggiante resta sospeso al di sopra, in modo ben visibile ed esitante. In origine il JPK era stato ideato per la pesca dei predatori d'acqua dolce. In seguito, sperimentato nel rockfishing, ha fornito risultati oltre ogni più rosea previsione perché la corrente e la risacca fanno fluttuare l'esca come se fosse un pesce vero.

Pesca Grossa : Gli accessori del perfetto pescatore


La cassetta porta attrezzi è indispensabile per qualsiasi pescatore sia che vada ad una battuta di pesca grossa, sia che si diletti a passare del tempo in un sano e sacrosanto relax.
Innanzitutto sceglietela spaziosa: con il tempo e con l'esperienza l'attrezzatura aumenta parecchio. La cassetta deve anche avere un buon numero di scomparti o divisori.
Oltre ai generi di primo consumo quali ami, piombi, galleggianti etc... è sempre bene tenere in cassetta taluni accessori che potrebbero rivelarsi molto utili.
- Forbice multiuso : oltre che per tagliare, si usa per schiacciare i piombini. per avvitare le viti del mulinello e per slamare i pesci
- Slamatore : serve per togliere gli ami che si sono conficcati in profondità
- Levapiombo stonfo : una pinzetta che serve a fissare sulla lenza i piombini oppure a rimuovere quelli già schiacciati senza rovinare il filo
- Fionda : utile per lanciare distante dalla riva la pastura
- Sonde misura-fondo : utili per misurare rapidamente il fondo della zona in cui desideriamo pescare
- Girelle : sono le più usate tra i piccoli accessori. Il modello semplice ha il compito di fermare la corsa del piombo scorrevole lungo la lenza madre o il finale; ; quello con il moschettone viene usato per congiungere la lenza madre con il finale.
Starlight : usato nella pesca notturna. E' un tubicino di plastica trasparente che contiene due elementi chimici separati da una piccola membrana che, quando vengono messi in contatto, generano una luce fluorescente verde che dura qualche ora e che conssente di controllare, per esempio, l'azione del cimino.
Guadino : indispensabile in qualsiasi tipo di pesca, evita che un pesce di grossa taglia possa rompere il filo

Pesca Grossa : Pulizia dell'attrezzatura


Le attrezzature per la pesca in mare hanno nemici nella salsedine e nella sabbia. La prima agisce con una costante e forte azione corrosiva, la seconda riesce ad infilarsi nei posti più impensati. Cosa fare?

1. E' bene controllare i sistemi di guida per verificarne lo scorrimento o la presenza di segni di usura. Nonostante i materiali impiegati siano robustissimi, ogni tipo di pesca sottopone le attrezzature a sollecitazioni continue in un ambiente, quello marino, che ha sempre creato problemi di conservazione dei materiali

2. Verificare la presenza di corrosione sulle parti metalliche, le più esposte. Esistono spray e lubrificanti studiati appositamente per proteggere queste parti.

3. Controllare il mulinello ed il funzionamento del freno

4. Tenere sempre coperta e comunque protetta l'attrezzatura fino al momento dell'uso per non esporla inutilmente all'acqua di mare.

5. Dopo una giornata di pesca, abituarsi a risciacquare le canne con acqua dolce. Spruzzare un lubrificante sulle carrucole, poi asciugare tutto accuratamente.

6. Per ripulire il mulinello, stringere la frizione il più possibile, quindi strofinare il tutto con uno straccio imbevuto d'acqua dolce. Asciugare bene.

7. Se si prevede di non andare a pescare per molto tempo, è bene allentare la frizione per evitare un contatto prolungato tra la sua superficie e le guide laterali. Togliere tutto il filo per impedire che i residui dell'acqua marina intacchino i meccanismi all'interno.

8. Riporre le canne in un luogo asciutto ed utilizzare per ognuna contenitori separati.

Pesca Grossa : Surfcasting, tecnica del lancio verticale


Gran parte dell'esito di una battuta di pesca dipende da come si presenta lesca. Per questo diverse tecniche di lancio sono state messe a punto per affrontare l'esigenza di pesca fra le onde.
I tipi di lancio sono sostanzialmente quattro : verticale, laterale, pendulum e ground-cast.
In questo articolo analizzeremo il lancio verticale.
Si tratta del tipo di lancio più semplice ed immediato. E' anche definito above-cast per indicare proprio il passaggio "in lato" della canna e del piombo. Non richiede particolari torsioni del corpo e si basa esclusivamente sul movimento delle braccia. La posizione di partenza vede il pescatore rivolto verso il mare, con la canna perpendicolare alla linea della battigia. La mano sinistra impugna saldamente la parte terminale del manico, mentre quella destra il punto di attacco del mulinello. L'estremità del manico viene tenuta a ore 2 ed il cimino fra le ore 8 e le 9. La fase successiva prevede una graduale rotazione della canna, con una forte spinta iniziale. Il cimino tocca tutte le divisioni del quadrante dalle ore 8 alle ore 1, compiendo un percorso perfettamente verticale sopra la testa. Il corpo non si muove e tutto viene affidato al solo lavoro delle braccia. Terminata la fase di spinta, la canna si arresta ad ore 1 e deve rimanere immobile finchè il piombo non raggiunge l'acqua.
Il lancio verticale permette una grande precisione ed è particolarmente indicato per chi usa i mulinelli a bobina fissa. Lo svantaggio principale consiste nelle distanze raggiungibili che non superano mai i 70-80 metri dalla riva.

Pesca Grossa : Tonni e dintorni


Se la giornata non è quella giusta, il drifting al tonno può essere noioso e la vostra pesca grossa andarsi a far benedire. Ore e ore senza vedere alcun movimento, in una piatta uniformità che toglie speranza ed entusiasmo. Ma un attenta e continua azione di pesca è l'unica opportunità per favorire la cattura del grande pelagico. Oppure, in alternativa, aumentare le probabilità nei confronti di altri pesci, magari meno nobili o di minori dimensioni, ma sempre più che graditi.
Prima o poi se stiamo facendo la cosa giusta i risultati arriveranno. Se stiamo facendo la cosa giusta. Ora se è vero che ci sono parentesi fortunate nelle quali basta poco per un buon risultato, è altrettanto vero che nella maggioranza dei casi bisogna insistere e, talvolta, anche soffrire. Quindi prepariamoci alle grandi attese, sicuri del successo finale, purchè si abbia la consapevolezza di pescare nel miglior modo possibile. Questo significa prendere in considerazioneil maggior numero di ipotesi, che possono variare da tempi a luoghi, da predatori grandi a piccoli, da tattiche classiche ad innovative. Il tutto per cercare di ampliare il raggio d'azione, e riuscire ad interessare il maggior numero d'ipotetiche prede. Ecco allora che la pesca a drifting, classicamente d'attesa, diventa come per incanto dinamica e creativa.
Per prima cosa è indispensabile indirizzarsi verso cose semplici, soprattutto se siamo agli inizi.
Prima della partenza ci sono una serie di operazioni basilari. Ci occorre un'attrezzatura adeguata, scelta con attenzione. Quindi una buona canna arricchita con carbonio. Massima attenzione va posta poi nella scelta dei passanti, che dovranno essere di altissima qualità, soprattutto se ad anello. Anche decidere quale filo montare è una tappa cruciale per ottenere buoni risultati. Vale quindi la pena spendere qualcosa in più per ottenere molto di più.
Sistemata l'attrezzatura si salpa. All'approssimarsi dello spot è praticamente indispensabile la strisciata, ossia una buona pasturazione effettuata con la barca in movimento. Si tratta di percorrere un tratto di mare ad andatura ridotta gettando in acqua sardine intere ed a pezzi. Giunti in loco si calano le canne. Due sono il numero minimo, tre quello perfetto. In ogni caso andranno fatte lavorare a differenti profondità e con l'obiettivo di porre l'esca sempre nella scia del brumeggio.
Dopo poco tempo proprio il brumeggio sembrerà l'unica costante sulla scena. Se la fase dell'attesa si prolunga più del dovuto si rischia di perdere l'iniziale entusiasmo e così si abbandonano le canne al loro destino. In realtà è d'obbligo attuare un'azione di pesca dinamica che tenga conto anche delle specie diverse dal canonico tonno. Esistono infatti tutte una serie di possibili prede (Lampuga, Verdesca, Palamita, Pesce Spada...). Si può obiettare che questi pesci non competono in combattività con la nostra preda iniziale ma la differenza è tornare a casa con un bell'esemplare nel pozzetto!